L’ARGOMENTO DELLA SETTIMANA

vaccino

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  • Rischio di trombosi 5 volte maggiore quando ti sottoponi a liquido di contrasto
  • Veramente?… Vedi quanti rischi non conosciamo proprio…
  • Non so che percentuale ci sia di ricevere un vaso in testa
  • Anche quello! 😇
  • Pare che vivere sia molto rischioso
  • E intanto alcuni se la cavano molto bene 😁
  • Si, sopravvivono. Noi fra quelli, al momento 😜
  • 👍😜
    • Molto interessante questo dibattito 🤠🐞
    • 🤡
    • 🤓
    • Senza considerare che a nessuno è ancora venuto in mente di controllare l’incidenza di unghie incarnate in percentuale tra i vaccinati con ciascun tipo di vaccino
    • 👏👏👏

Non vi spaventate! Si tratta solo di una conversazione via whatsapp che ho colto questa settimana in uno dei tanti gruppi che mi mantengono viva; viva grazie al caso, certo, quel caso che mi permette di sopravvivere a tutte le catastrofi vaticinate da una certa stampa allarmistica. Per associazione di idee ricordo le “schede tecniche”, i ben noti bugiardini, che traducevo per una ditta produttrice di protesi di silicone. Ogni bugiardino ha lo spessore e le minacce di un romanzo giallo: sono tante le complicazioni a cui il paziente si espone volontariamente in una percentuale che varia dall’1% allo 0,000001% che io mi chiedo come facciano i chirurghi plastici a mantenere il paziente rigorosamente lontano da quel che c’è scritto, in almeno cinque lingue, nel piccolo volume che accompagna ogni protesi… Perché diciamo la verità, ogni persona nelle sue piene facoltà mentali, non si esporrebbe mai, al solo scopo estetico, a tanti rischi e tanto svariati.

Ma come si spiegano allora tante minacce nei bugiardini? Me lo spiegò proprio la proprietaria della ditta, che all’epoca era anche mia alunna di italiano. Me lo spiegò con il fatto che magari qualche anno dopo aver fatto un impianto qualunque, a un paziente succede di dover essere operato per calcoli alla cistifellea, ed allora processa la fabbricante delle protesi come responsabile dell’evento nefasto. Ecco quindi che nel bugiardino appare che in una percentuale dello 0,000003% e nell’arco di 10 anni, può verificarsi un accumulo di calcoli nella cistifellea. Quindi? Quindi nessuno può processare il fabbricante di protesi per non aver previsto l’occorrenza. E siccome nessuna protesi garantisce più nulla oltre i 10 anni, ecco che il fabbricante si esime anche da questa responsabilità. C’è anche il trucchetto del “consenso informato”, che viene ripetuto varie volte nel testo per quanto riguarda gli effetti collaterali o indesiderati, quelli probabili e quelli eventuali. Anche il consenso informato mette la ditta al riparo da molti grattacapi, che comunque arrivano sempre, perché magari fra le tante cose che si possono prevedere ne scappa qualcuna. Voglio dire che un malintenzionato o malizioso vi si può appigliare per cercare di trarre profitto dalla situazione; una qualunque di queste occorrenze, a cui la stampa si impegna di dare grande rilievo, ha come risultato garantito quello di danneggiare la ditta produttrice. Questo non significa che quella ditta non faccia studi seri e complessi sugli eventuali effetti collaterali a breve o lungo termine, ma come si sa, non sempre basta la serietà di un’impresa per metterla al riparo da inconvenienti e processi.

Bene, ora voglio invitarvi, miei cari lettori, a riflettere un pochino sulla posizione delle case farmaceutiche fabbricanti dei vari vaccini. Ognuno di questi vaccini, frutto dello studio e del lavoro di decine di scienziati, viene iniettato in centinaia di milioni (ho detto CENTINAIA DI MILIONI) di persone. Se fra cento milioni ce n’è una sola che vuole attribuire al vaccino (in buona fede, certo, in buona fede!) la colpa della sua trombosi o della sua emorragia cerebrale o della sua emicrania o della sua cirrosi epatica, o della sua unghia incarnata, e decide di processare la casa farmaceutica, ecco spiegato tutto l’allarmismo che come uno tsunami sommerge l’opinione pubblica e danneggia in egual misura sia la casa farmaceutica che i pazienti beneficiari di quel vaccino.

E direi di più, danneggia il mondo intero in un momento in cui l’unica speranza per venir fuori da una situazione di grande calamità è il vaccino. Ma chiediamoci il perché di questa paura generalizzata. Perché tanta paura del vaccino e non per esempio della pillola anticoncezionale, che di trombosi può provocarne circa lo 0,12%, o del fumo, che tutti riconoscono come il più pericoloso in assoluto? Io credo che la nostra paura del vaccino sia dovuta soprattutto al fatto che farsi vaccinare, nella contingenza in cui ci troviamo, è un obbligo e non una scelta, come ad esempio può esserlo l’assunzione della pillola anticoncezionale, o fumare. E credo che si deve anche a questo lungo periodo di isolamento, a questo sconvolgimento che c’è stato nella vita di tutti nel mondo, all’esasperazione che la lunghissima segregazione provoca in tutti noi. Ma mi pare che proprio per questo dovremmo con maggior fiducia affidarci a un rimedio che ormai da circa duecento anni salva l’umanità da innumerevoli minacce concrete, come il vaiolo, la tubercolosi, la poliomielite, il tetano, la difterite, il morbillo, e tante altre malattie molto più letali che il covid 19. Insomma, la situazione è questa: esiste il rischio presunto che circa una persona su un milione di vaccinati muoia per una rara forma di trombosi, mentre la statistica afferma che in Brasile, tra le persone che si ammalano di covid, ne muoiono 2,6 ogni 100, mentre nel resto del mondo ne muoiono 2,1 ogni 100 ammalati.

Lungi dall’attribuirmi il diritto o la presunzione di dare consigli, vi confesso che sono felice di essermi garantita la mia doppia dose di vaccino e spero che siano in molti a seguire il mio esempio.

Io nella scienza ci credo e ringrazio ogni momento le case farmaceutiche che esistono e che mi permettono di viver bene, con tutta la mia energia, a dispetto degli acciacchi naturali della mia età.