PERCHÉ È COSÌ DIFFICILE?

mare figli generazione

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Perché è così difficile una serena intesa fra due generazioni? Non sto parlando ‘solo’ di due generazioni attuali, è un fatto che si verifica da sempre, dalla notte dei tempi, c’è sempre stato questo gap incolmabile fra una generazione e quella che segue…

Ci sto riflettendo su da alcuni giorni e sto cercando di capire le ragioni profonde di questa disarmonia, di questi conflitti più o meno espliciti, più o meno latenti.

Sono convinta che la ragione prima di ogni conflitto è che un genitore non accetta di vedere i suoi figli allontanarsi dal nido senza volerne più sapere di regole e di obbedienza. Quanto ai figli, non vedono l’ora di affrancarsi da quella cappa soffocante che si traveste da protezione e che gli impedisce di fare le proprie esperienze in libertà, senza il peso di dover dar conto del risultato, senza l’obbligo di dover seguire la strada tracciata da loro, i genitori, i padroni della vita e del destino del figlio.

Sia chiaro che mi riferisco a genitori di figli adulti, non mi azzardo a parlare di genitori di figli adolescenti per un motivo molto semplice: in ogni situazione, in ogni circostanza, il genitore di un adolescente è responsabile del minore. E questo impedisce qualunque discussione.

Ma per un genitore di figlio adulto è molto difficile capire quando arriva il momento in cui il figlio smette di essere una sua creatura e diventa un individuo a sé, con le sue preferenze, i suoi gusti ed anche le sue sacrosante idiosincrasie. È difficile per un genitore ricordare quanto lui stesso sia stato a suo tempo insofferente alla protezione genitoriale, e con quanta superiorità e benevola tolleranza, oggi, a sua volta considera i suoi genitori ormai vecchi.

Proverò a fare un esempio per illustrare quello che penso, con un episodio che forse vi farà ridere, ma mi sembra che rispecchi bene questa mania di controllo che un genitore vuole esercitare sul suo figlio anche adulto, e siccome riguarda persone della mia famiglia, posso citarne anche i personaggi. Quando Ivano e Ana andarono per la prima volta in Italia da soli, Franco gli disegnò una rotta così precisa e dettagliata che per prenderlo in giro, ad un certo punto del viaggio, Ivano gli telefonò da una delle città in cui si trovava seguendo la tale rotta e gli disse: “Papà, siamo a Salerno, ma hai dimenticato di dirci dove dobbiamo fare pipì…”

Come se tutto questo non bastasse, la cosa si complica molto quando entra nel gioco una terza persona… ma intanto quella terza persona, in molti casi, è fondamentale per dare al figlio il coraggio e la spinta necessarie per prendere il volo, per rompere il cordone ombelicale.

Il fatto è che solo per un miracolo che si verifica in rarissimi casi, questa terza persona la pensa, si comporta ed ha progetti esattamente aderenti a quelli dei genitori del tale figlio. È molto più comune, e normale, che questa persona la pensi in altro modo, il che richiede un grande sforzo di adattamento da entrambe le parti. I genitori a volte si sentono incompresi e prevedono cieli minacciosi e catastrofi inevitabili nella vita del figlio adorato, senza riuscire ad accettare che tutto questo fa parte del corso naturale delle generazioni.

Ogni individuo, genitore o no, ha bisogno di una grande maturità, di una grande generosità e resilienza per accettare che esistono al di fuori della propria sfera innumerevoli modi di vita altrettanto validi quanto il suo personale ed intimo tran tran. Nessuno riesce a ricordare quanto lui stesso, a suo tempo, sia cambiato nell’unirsi ad un altro mondo, il mondo del suo compagno, o della sua compagna. E siccome non se ne ricorda o non vuole ammetterlo, gli duole che il proprio figlio si allontani dalle sue sacre abitudini.

Le cose si complicano ancora di più quando arriva un nipotino… due sono i casi: o i neo genitori riconoscono l’immane fatica della nuova funzione ed affidano il pargolo ai nonni, oppure il conflitto è inevitabile. Perché i nonni vogliono rendersi utili con azioni e consigli, mentre i genitori di primogenito sentono vivo il sacrosanto diritto di non ripetere schemi che ritengono sorpassati, vogliono navigare in acque moderne e sperimentare su quel bimbo tutto quel che di nuovo c’è da sperimentare, ascoltando pediatri ed altre voci, mentre i nonni si sentono amareggiati nel constatare che, tranne eventuali innovazioni, alla fin fine non fanno che sentire con altre parole quello che loro stessi cercano di dire dall’alto della loro esperienza. Non riescono a riconoscere che in ogni sperimentazione qualcosa di nuovo rimane, ed è quel qualcosa che porta il mondo in avanti sotto l’egida del progresso.

Infine, dopo tutte queste riflessioni mi sento di concludere che il gap generazionale è altamente produttivo oltre che fondamentale per l’evoluzione della specie, mentre per tirar su un figlio l’unico elemento veramente indispensabile ed immutabile, ad ogni età, è una fonte interminabile di amore.

Il fatto è che ogni figlio cresce e diventa a sua volta un adulto indipendente, ripetendo il ciclo ad aeternum…