L’ARTE DI REINVENTARSI

Ho sempre provato una grande ammirazione per quelle persone che sono capaci di reinventarsi la vita, e ne conosco molte, ma non posso parlarvi di tutte. Ne scelgo appena due perché secondo me sono casi da antologia. E sono mie parenti, una nipote e una cugina: Sabina e Liliana.

Liliana, nata in Argentina, trasferita in Venezuela ancora adolescente, si laurea in architettura e si sposa giovanissima. Ha quattro figli in pochi anni, ma né loro né null’altro le impediscono di esercitare la sua professione di architetto con grande profitto. Il marito non ha la sua tempra e ad un certo punto lei decide che di figli gliene bastano quattro, non ha bisogno anche del quinto, il marito, così il matrimonio se ne va in frantumi.

I figli, crescendo, poco a poco lasciano il nido e lei, all’alba dei cinquant’anni, si ritrova sola in un paese, il Venezuela, che le si sta sgretolando sotto i piedi. Non si perde d’animo, e pur sapendo che molto difficilmente in un altro paese potrà continuare ad esercitare la sua professione che le ha dato tante soddisfazioni e riconoscimenti, mette una grossa pietra su tutto il suo passato e ci sale sopra per aprire la porta ad un avvenire di cui non sa assolutamente nulla.

Muove passi in tutte le direzioni possibili, ed anche se molti di questi passi non la portano su strade sicure, le percorre comunque prima di abbandonarle e provarne altre. Finché si rende conto di avere dentro di sé un tesoro: abilità manuale, gusto indiscusso, talento da vera artista e coraggio da vendere. Sceglie di vivere in un piccolo paese del Trentino e lavora da mattina a sera con l’unica compagnia di un cagnolino.

Ufficialmente è un’artigiana, ma è di quella razza di artigiani che principalmente, e prima di ogni altra cosa, sono grandi artisti.

Ed ora Sabina, mia nipote. Anche lei si sposa giovanissima con un uomo affascinante che ha molti anni più di lei. Il matrimonio non le impedisce di laurearsi in legge, anche se nei primi anni si dedica alla sua nuova vita, al marito, ai due figli; ma presto mette a frutto la sua laurea in lavori che hanno tutto a che vedere con la sua formazione accademica.

Come nel caso di Liliana, nemmeno il suo matrimonio regge al logorio del tempo e si sgretola, seguendo il destino del suo paese, il Venezuela. Pur affrontando con dignità e coraggio un numero non trascurabile di difficoltà, resiste al suo posto finché i suoi due figli prendono il volo verso paesi più sicuri e la loro vita professionale o accademica.

Anche lei ormai al giro di boa dei cinquant’anni, ma padrona di un vigore, una freschezza, una bellezza ed una voglia di vivere da far invidia ad una ventenne, parte all’inseguimento di un sogno: vivere ad Ischia, non importa di che. Fra le tante cose che sa fare, ha anche una grande capacità di lavoro e un diploma da sommelier… per ora si sta accontentando di altro, ma la strada che sta percorrendo facilmente la porterà verso questo che credo sia il suo traguardo… e ci arriverà, io ne sono sicura!

Ebbene, ditemi se non c’è da ammirarle due persone che hanno questa capacità di reinventarsi, di mettere una vita intera in una valigia da 20 chili e partire in aereo per ricominciare daccapo. Errori? E chi non ne commette nella vita? Ma nessuna di loro due ha mai dato la colpa ad altri per quello che non è andato esattamente come era nei suoi programmi.

Si sono rimboccate le maniche ed hanno ricominciato daccapo, con nuovo vigore e con tanto coraggio. E penso a tutti quelli, e ne conosco tanti che, al contrario, si passano la vita a guardarsi l’ombelico e a dare la colpa a qualcuno o a qualcosa al di fuori di sé per tutti i sogni che non hanno saputo realizzare, così come ci sono anche quelli che hanno trasformato il disastro della pandemia in una nuova opportunità di vita e di lavoro… anche di questi parleremo la settimana prossima…