GITA A BICHINHO

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Da Tiradentes parte una stradina pavimentata con parallelepipedi che ti promette che dopo 6 chilometri arriverai a Bichinho.

Cos’è Bichinho? (leggi Biscigno) Letteralmente è un animaletto tenero e grazioso; può essere un cuccioletto di cane, un gattino, un pulcino, magari un topino domestico, nel nostro caso una strada che promette poco di buono, stretta ed impervia, sale, scende, curva a desta, curva a sinistra, all’improvviso si apre su un orizzonte di montagne che formano un grnade bacino intorno ad una valle in forma di conca verde interrotta qua e là da un cuiuffo di alberi di un verde più scuro, quasi nero, poi dopo un’altra curva l’orizzonte si chiude di nuovo quando la strada si infila in un fitto di alberi indefinitii.

Il traffico è poco, ed ogni tanto vedi dei gruppetti di volenterosi camminatori che si dispongono ad arrivarci a piedi al tale Bichinho. All’improvviso, alla tua destra o alla tua sinistra, sul bordo della strada cè un negozio di artigianato in panno, in legno, o in pietra, o in latta, e lo vedi carino il negozio, ma ti chiedi cosa ci fa un negozio perduto in una strada secondarissima, che sai soltanto che porta a Bixinho, ma non sai ancora chi è né cosa ci troverai quando poi ci arriverai.

Ed ogni tanto ti salta fuori un improbabile negozio di artigianato, e poi dietro una curva di novo un panorama mozzafiato e ti pare che questi 6 chilometri siano lunghissimi, perché un negozio qua, un negozio lá, ognuno per conto suo, e perfino uno grosso che espone sulla strada, occupando un buon terzo della sua larghezza modesta, tante moto e perfino dei tricicli a motore, e tu ti chiedi cosa ci faccia un venditore di moto in quella strada. Poi all’improvviso ti vedi sorpassare da uno di quei tricicli a motore e sopra ci sta qualcuno dei volenterosi camminatori che si è arreso alla strada impervia e capisci che così come quello di moto e tricicli, anche ognuno di quei negozi isolati ha la sua ragion d’essere.

Di questo Bichnho ti hanno prlato in molti e tu ci vai anche per provare le delizie della cucina mineira del “Tempero da Angela” (un po’come “I sapori di Angela”), che ti hanno assicurato che ha anche un parcheggio. Ad un certo punto passi sotto ad un portale di legno che ti dice “Benvenuto a Bichinho”! Finalmente! Infatti non ci sono solo negozi, ma anche case, e allora ti dirigi al ristorante della tale Angela per lasciare la macchina ed eventualmente prenotare. Il ristorante è proprio giù, dove la strada per non finire si biforca: a sinistra non so dove va, a destra continua in una piccola salita cieca che finisce proprio nel parcheggio del ristorante… chiuso da un cancello. Davanti a me, con il muso che sfiora il cancello, cè un`altra machina ed io mi fermo quasi dietro pensando che stia aspettando che qualcuno apra per entrare ed io entrerei dietro dilui. Sulla destra della strada ci sarebbe qualche posto per lasciare la macchina, ma mi sembra più giusto metterla nel parcheggio. Solo che il cancello non si apre e la macchina davanti alla mia non si muove, finché l’autista mi grida che il ristorante è chiuso, “ma metti la macchina per strada, che sei matta a voler pagare 10 reais se per strada non paghi nienete?” così, con tutta questa intimità… Insomma, ci facciamo delle belle risate, l’autista addirittura scende dalla sua macchina per aiutarmi a parcheggiare per strada, poi ci salutiamo ed andiamo ognuno per conto suo alla scoperta di quel che offre Bichinho…ve lo devo proprio dire? Vi offre tutte quelle meravigliose ed indispensabili cose inutili che vi fanno ricordare di portare un ricordino a Tizio, uno a Caio, uno a Sempronia, uno alla sorella di Caio, e poi c’è il portiere di Sempronia che è sempre così gentile… e quando finalmente cadi in te, ti accorgi che hai speso più di quanto avevi riservato per gli imprevisti…

Meglio che andiamo via, ma che ore sono, ho fame! Certo sono le due… ci sarà un ristorante aperto? Nemmeno uno: oggi è martedì, hannao lavorato molto per il fine settimana e si risposano fino a giovedì. Ma lungo la strada, ci promettono, c’è il “Pau de Angu” (troppo difficile da tradurre, ma per non lasciarvi senza è più o meno come “bastoncino di polententa” ma quel “pau” può avere ben altro significato…). E cammina cammina cammina sempre per quella strada stretta, curve, negozi improbabili e panorami sorprendenti, ma dov’è questo pau de angu? Ah eccolo è qui! Dove? C’è un cancello spalancato e una stradina di terra mal battuta e pietre che si precipita in un campo dove pascola una mandria di vacche magre. Ma la mia macchina è temeraria e si precipita per questo sentiero fino ad uno spiazzo che ha tutta l’aria di essere un parcheggio, ma che strano, non c’è nemmeno una macchina, come mai?

STA CHIUSO ANCHE IL PAU DE ANGU!!!

Potevano almeno chiudere il cancello lassù, sulla strada!

Noi il dovere di visitare Bichinho l’abbiamo compiuto, ma ce ne andiamo via con tutto leggero: stomaco, serbatoio della benzina e carta di credito…